La diffusione del malessere “insicurezza” non riguarda solo il Comune di Ponsacco ma tutta la Valdera pur con intensità diversa fra i vari Comuni ivi esistenti. Anche le frazioni risentono di questo progressivo peggioramento per cui le misure da adottare vanno calibrate sull’intero territorio provinciale per non lasciare prive di controllo zone che potrebbero favorire la concentrazione di soggetti trasgressivi. Tratteremo in particolare del settore della prevenzione poiché quello relativo alla repressione è di competenza dell’Autorità giudiziaria inquirente.
Tanto premesso, è opportuno precisare che il comparto di contrasto preventivo è sviluppato, in brevissima sintesi, su due piani fra loro distinti:
un piano decisionale costituito, a livello provinciale, dal Prefetto e dal Questore, in materia di Ordine e sicurezza pubblica, ed a livello locale, dal Sindaco nella sua qualità di Ufficiale di Governo, in materia di sicurezza urbana ed incolumità pubblica; (n.b. a livello locale dal Sindaco solo nel caso in cui manchi il commissariato di P.S. o la questura e questo è il caso di Ponsacco)
Il Sindaco interviene per prevenire e contrastare:
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Le situazioni urbane di degrado o di isolamento che favoriscono l’insorgere di fenomeni criminosi, quali lo spaccio di stupefacenti, lo sfruttamento della prostituzione, l’accattonaggio con l’impiego di minori e disabili e i fenomeni di violenza legati anche all’abuso di alcol;
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Le situazioni in cui si verificano comportamenti quali danneggiamento al patrimonio pubblico e privato o che ne impediscano la fruibilità e determinano lo scadimento della qualità urbana;
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L’incuria, il degrado e l’occupazione abusiva di immobili tali da favorire le situazioni indicate ai punti 1 e 2;
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Le situazioni che costituiscono intralcio alla pubblica viabilità o che alterano il decoro urbano, in particolare quello abusivismo commerciale e di illecita occupazione di suolo pubblico;
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I comportamenti che, come la prostituzione su strada o l’accattonaggio molesto, possono offendere la pubblica decenza anche per le modalità con cui si manifestano, ovvero turbano gravemente il libero utilizzo degli spazi pubblici o la fruizione cui sono destinati o che rendono difficoltoso o pericoloso l’accesso ad essi”.
l’altro piano, quello operativo, costituito dalle forze di polizia previste dalla L. 121/81, Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di finanza, Corpo forestale con compiti peculiari, dal personale della polizia locale, municipale e provinciale.
Tutto questo personale possiede, a livelli diversi, lo status giuridico di ufficiale od agente di PG e di ufficiale o agente di PS. La prima qualifica lo abilita a svolgere compiti di repressione ed è funzionalmente dipendente dalla Autorità Giudiziaria (Art. 109 Cost. “L’autorità giudiziaria dispone direttamente della polizia giudiziaria”), la seconda qualifica lo abilita a svolgere compiti di prevenzione ed è funzionalmente dipendente dal Prefetto e dal Questore sotto il profilo tecnico operativo.
Ed il sistema opera bene se ogni articolazione compie i propri compiti istituzionali senza invasione di campo, il cui svolgimento, atteso la diversa provenienza del personale impiegato, richiede una puntuale e precisa programmazione coordinata prevista per legge all’interno del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica.
Operativamente, anche per una ottimale gestione di apparati tecnologici innovativi, è indispensabile un’unica Centrale operativa dove far confluire tutte le notizie d’interesse del Servizio di prevenzione, tutte le richieste dei cittadini, collegata con le banche dati (pur di diverso livello di accesso in relazione alla classificazione del dato) ed in grado di promuovere gli opportuni e conseguenti interventi delle autopattuglie dislocate sul territorio.
I compiti da assolvere sono molteplici e sempre più rischiosi per cui è necessario il superamento di spinte corporativistiche onde pervenire ad un adeguamento e un riposizionamento di tutto il comparto secondo le nuove emergenti esigenze. Il Legislatore vi ha, in parte, già provveduto ma le disposizioni attuative non trovano ancora concreta applicazione sul territorio proprio da quegli Enti che, invece, sono chiamati a far rispettare la legalità.
Se gli operatori non sono ben istruiti ed indirizzati sui compiti da assolvere attraverso disposizioni puntuali e precise impartite dalle rispettive scale gerarchiche il servizio non potrà essere efficace specie se non vengono disciplinate le modalità d’intervento in situazioni difficili che devono trovare pronto, in alcuni momenti operativi predisposti, il personale decisionale per l’immediata adozione di provvedimenti di propria competenza e di supporto immediato a chi opera direttamente sul territorio.