5 giorni a 5 stelle

Le banche gettano la maschera. Questa fine del 2015 sarà ricordata come il momento in cui abbiamo capito che molti istituti finanziari, pieni di titoli tossici, non esitano a truffare i clienti pur di salvarsi. E che il governo, invece di pensare ai cittadini, corre in loro aiuto. A Montecitorio, insieme ai nostri portavoce, si è palesata tutta la disperazione di pensionati, operai e risparmiatori ridotti sul lastrico e che sono corsi a chiedere a chi governa di tornare sui suoi passi. Marco Zanni (M5S EU) ci spiega il meccanismo con cui il governo ha salvato i 4 istituti tra cui quello del padre della Boschi, e poi il Presidente Imposimato mette il dito nella piaga e denuncia come Banca d’Italia sia in realtà nelle mani dei suoi “controllati”.

Ma c’è anche un’idea di Paese del tutto diversa che si sta affermando, e la buona notizia ce la dà Luigi Di Maio: le aziende finanziate con il microcredito del MoVimento 5 Stelle sono già 740 in tutta Italia. Pensate se governassimo noi.

Da Bruxelles, Corrao e Ferrara tornano sul problema migranti tutt’altro che risolto. La UE vuole sapere perché l’Italia non identifica i migranti. In realtà siamo alle solite: la gestione delle emergenze nel nostro Paese è utilizzata solo per fare soldi. I migranti come il terremoto e le alluvioni, insomma.

Al Senato, Giarrusso ricorda i 3500 morti sulle strade italiane a causa di chi guida ubriaco o in preda alla droga. Perché non si rispetta il Parlamento, e non si approva una norma più rigorosa di quella proposta dalla maggioranza?

Intanto, il M5S continua a pensare ai cittadini vessati. Carlo Sibilia e Dalila Nesci fanno il punto sul nuovo sportello antiEquitalia aperto dal M5S in Calabria pochissimi giorni fa. Già sono stati esaminati oltre 2 milioni di euro di cartelle, trovati 72 mila euro di tributi prescritti e 57 mila già pagati. Senza di noi i cittadini avrebbero pagato ingiustamente.

Non dimentichiamo poi, unici in Italia, il TTIP che incombe.  Elena Fattori denuncia come il TTIP sia un vero attentato contro la nostra agricoltura e le denominazioni d’origine. Siamo destinati all’adozione di un’agricoltura all’americana di bassa qualità? Tiziana Ciprini poi racconta come il TTIP toglierà ancora diritti ai lavoratori.

Per finire, Valli da Bruxelles tira le somme sulla Finlandia in crisi: il Paese aveva fatto le riforme, aveva obbedito in tutto ai diktat, ma si è ritrovato ugualmente in un disastro. La Svezia, invece, ha svalutato la sua moneta e ha fronteggiato la crisi. Cosa aspettiamo, allora, ad uscire dall’euro?


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