In un’estate calda, piena zeppa di ordinanze per non sprecare acqua, le occasioni per tenere alta la propria reputazione, come il patrocinio di iniziative intorno all’oro blu, non mancano ma vanno coltivate.
Con quale risultato?
Che la fontana granducale (dal sito del comune è pubblica) perde acqua da tempo immemorabile tanto che i mattoni sono ricoperti dalla patina del muschio (vedi foto del 5 luglio u.s.)
Che il colonnino antincendio di via G.Carducci, posto sul marciapiede della ex-Biblioteca e davanti agli edifici comunali, perde acqua che dal marciapiede stesso finisce sulle strisce pedonali della pubblica via Carducci, con pericolo per i pedoni e per la viabilità ciclabile (vedi foto del 5 luglio u.s.)
Per ultimo, ma non meno importante, la perdita d’acqua per una tubatura rotta in via Vittorio Venagli che rappresenta oltre che un pericolo per la viabilità pedonale un ulteriore costo per la collettività che una semplice PEC risolverebbe (vedi foto del 5 luglio u.s.)
Ma il menefreghismo e la gestione allegra della cosa pubblica si perdono in un rivolo, è proprio il caso di dirlo, di rimpalli di responsabilità che non rendono giustizia per il danno commesso.
Uno scollamento totale tra il cittadino e la pubblica amministrazione. Un mondo kafchiano che non riesce a liberarsi dalla tela costruita a danno degli amministrati.
Perché?
Perché si tratta di una pubblica amministrazione dominata dalla politica e da questa manovrata per i suoi interessi clientelari.
A riveder le Stelle