Il M5S vuole riaccendere la luce creando in Toscana un Campus Universitario Internazionale, invitando qui i migliori studenti e insegnanti del mondo, stringendo collaborazioni con le più prestigiose Università. Riportando gli investimenti in Ricerca & Sviluppo al primo posto, creando una rete con le migliori imprese e start-up, valorizzando i poli tecnologici e creando le condizioni affinché le firme mondiali dell’hi-tech guardino alla Toscana con occhi diversi. Una Silicon Valley Toscana, capace di attrarre le eccellenze e incentrata su precisi campi di ricerca, che sappia far parlare di sé nel mondo.
le industrie tedesche, automobilistiche e non, non delocalizzano se non in minima parte la produzione perché il ‘made in Germany’ è un valore aggiunto per i loro prodotti e perché la Germania investe quasi il triplo dell’Italia in Ricerca e Sviluppo. In Toscana la Piaggio delocalizza in Vietnam e i 13 milioni di finanziamenti pubblici concessi alla De Tomaso sono finiti con il fallimento dell’azienda e la svendita del brand ai cinesi. La Toscana deve essere una regione hi-tech se vuole offrire benessere e lavoro ai suoi cittadini e il nostro progetto mira proprio a questo. Esistono molti venture capitalist e finanziatori pronti ad investire qui. Sono in attesa anche di un piccolo segnale di cambiamento, ma noi offriremo loro una vera rivoluzione partendo proprio dall’Università
Perché l’Università Toscana, agli occhi del mondo, oggi non c’è più.
Nelle classifiche internazionali non esiste, è evaporata. Pisa, la “migliore”, è appena 245esimasecondo la recente classifica della britannica QS, tra la 301esima e la 350esima posizione secondo il Times. Ci sorpassano tutti, l’Inghilterra piazza 4 Università nei primi 10 posti. Cosa non funziona? Tutto. Possiamo vantare la classe docente più anziana e i nuovi vengono assunti per cooptazione dopo una carriera di portaborse dei docenti. I pochi docenti giovani sono tutti “figli di”. Il governo continua a tagliare i fondi sulla Ricerca, basti pensare che se guardiamo alla percentuale del pil investito in Ricerca & Sviluppo l’Italia è il fanalino di coda, investendo appena l’1,27%. Ci superano tutti, dal Portogallo (1,50%), ai paesi del Nord Europa (3%) a fronte di una media Ocse del 2,40%. Cosa ha fatto la Regione Toscana in questi anni? Non pervenuta. Non c’è nessuna traccia concreta dei provvedimenti messi in campi durante l’epoca Rossi.
Nel frattempo i costi dell’Università per gli studenti continuano a salire e le borse di studio a diminuire, per non parlare dei fuori corso: un altro invidiabile primato delle nostre Università. L’Università di Pisa può vantare l’invidiabile primario di essere nella top 12 delle Università italiane e prima in Toscana col maggior numero di fuoricorso con ben il 42% degli studenti fuoricorso. Forse qualcosa cambierà visto che da quest’anno i fondi percepiti dall’Università penalizzeranno quelle con il maggior numero di fuoricorso, ma se finora i rettori non hanno brillato per capacità almeno brillano per umorismo: “Il problema si può risolvere alla radice, con decreto del rettore” – ha dichiarato il rettore di Pisa – “regaliamo ogni anno un esame a ogni studente, così molti di più si laureano in tempo”.
Se l’Università non brilla, il CNR è al buio. Marco Borbotti, ex custode e responsabile dell’ufficio progetti dell’Istituto di Fisiologia Clinica (IFC) del CNR, si inventava finti sponsor per garantire i finanziamenti ai progetti di ricerca. Così operando ha creato una voragine nei conti dell’IFC perché i finti sponsor non hanno mai pagato le somme indicate ma, ed è assurdo doverlo ammettere, il suo operato scellerato ha consentito il finanziamento di tanti progetti e di tanta buona ricerca. E la comunità scientifica si interroga su come considerare questa vicenda e questo Robin Hood della Ricerca, colui che ha finanziato i progetti con soldi inesistenti creando una voragine nei conti dell’IFC, un caso emblematico dell’assurda assenza di finanziamenti adeguati a progetti meritevoli.