PONSACCO. Cambiano le amministrazioni comunali. Ma non i problemi che ha il territorio. Né l’approccio che, con questi, hanno i cittadini.
Così gli abitanti del quartiere Il Gabbiano tornano alla carica, scrivendo una lettera ironica al sindaco Francesca Brogi, per segnalare i disagi che l’area in ui abitano vive da anni. Avevano fatto la stessa cosa anche un anno fa. E, anche qualche mese più addietro, con l’ex sindaco Alessandro Cicarelli.
Siamo nella frazione Le Melorie. Più o meno davanti all’ex discoteca Insomnia, per anni tempio della musica di avanguardia: c’è un cantiere aperto da anni, per la realizzazione di alcuni immobili, rimasto aperto. E, nelle fondamenta, a causa delle piogge, si è formato un laghetto naturale.
«Di questo – scrivono gli abitanti del quartiere, indirizzando la loro missiva al sindaco, al suo predecessore e al segretario comunale – vogliamo ringraziare chi ci amministra: continuiamo a godere e in forma gratuita dell’oasi faunistica naturale: un’area che è diventata rifugio di numerose specie di uccelli e di altri esseri viventi come biacchi, bisce, topi e zanzare». Il tono ironico va avanti per tutta la lunga lettera indirizzata agli amministratori ponsacchini. «Siamo pronti a ospitarvi – dicono al sindaco e al segretario – per una visita guidata: a distanza di un anno dalla sua elezione, non abbiamo avuto mai il privilegio di averla nostra ospite».
Gli abitanti segnalano che la situazione è anche rischiosa: «potrebbero accadere degli incidenti ai nostri bambini che in quell’area giocano – scrivono ancora – d’altra parte qui non si vede mai una pattuglia dei vigili urbani, intenti a presidiare il vicino plesso scolastico delle Melorie. Eppure a ogni soffio di vento, la palizzata di recinzione viene giù».
La storia va avanti da un bel po’ di tempo. Una quindicina di abitanti dell’area hanno addirittura consegnato una petizione all’ex sindaco Cicarelli. Che, nella primavera del 2013 – quando fu investito per la prima volta del problema del lago che si era formato all’interno del cantiere, della recinzione precaria e dei pericoli che vi erano connessi, rispose : «I cittadini hanno ragione. Ci stiamo muovendo per bonificare l’area».
Cosa che a distanza di due anni, non è ancora avvenuta. «Basterebbe una ordinanza – scrivono ancora gli abitanti del quartiere – che obblighi i proprietari dell’area rispristinare la situazione. A porre rimedio a questi problema». Adesso, il problema viene riproposto anche alla nuova amministrazione. Sempre con ironia («magari potrebbero chiedere alle guardie faunistiche o agli operatori del Wwf di fare i controlli», dicono gli abitanti, che però, forse avendo esaurito la loro pazienza, sottolineano anche che faranno un esposto alla Procura della repubblica, per segnalare i pericoli che ci sono intorno a quel cantiere che sta procedendo in maniera troppo lenta.
fonte: iltirreno.geolocal.it
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