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IL MICROCREDITO ALLE PMI PASSA DAI CONSULENTI DEL LAVORO

 

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Il Microcredito passa dai Consulenti del Lavoro. In attesa del format on line del Ministero dello sviluppo economico per presentare la domanda, sul sito internet www.consulentidellavoro.it è disponibile un’apposita sezione costantemente aggiornata con tutte le istruzioni operative sul bando.

Il fondo per il Microcredito, che è pari a circa 40 milioni di euro di cui 10 messi a disposizione dai parlamentari del Movimento 5 stelle, è rivolto a favore di quei soggetti che non hanno tutte le garanzie per ottenere un prestito bancario.

Al fondo si potrà accedere all’inizio di aprile attraverso il “Click Day” predisposto dal Ministero dello Sviluppo Economico. Si tratta di un fondo aperto, alimentato annualmente dal Mise con il 5% del bilancio dello Stato e da altri conferimenti di liberalità.

Il Consiglio Nazionale dei Consulenti del Lavoro pubblicherà a breve sul portale sopracitato l’elenco suddiviso per provincia degli iscritti che si sono resi disponibili ad offrire prima assistenza e le informazioni iniziali in maniera gratuita.

 Ma vediamo come funzionerà in fondo.

 

Chi può beneficiare del Microcredito?

Avvio o sviluppo di un’attività di lavoro autonomo o di microimpresa, organizzata in forma individuale, di associazione, di società di persone, di società a responsabilità limitata semplificata o di società cooperativa.

1. Lavoratori autonomi (professionisti ordinistici e non) titolari di partita Iva da meno di cinque anni e con massimo 5 dipendenti;

2. Imprese individuali titolari di partita Iva da meno di cinque anni e con massimo 5 dipendenti;

3. Società di persone, società tra professionisti, srl semplificate, società cooperative titolari di partita Iva da meno di cinque anni e con massimo 10 dipendenti.

Sono comunque escluse le imprese che al momento della richiesta presentino, anche disgiuntamente, i seguenti requisiti:

a) aver avuto, nei tre esercizi antecedenti la data di deposito della istanza di fallimento o dall’inizio dell’attività se di durata inferiore, un attivo patrimoniale di ammontare complessivo annuo non superiore ad euro trecentomila;

b) aver realizzato, in qualunque modo risulti, nei tre esercizi antecedenti la data di deposito dell’istanza di fallimento o dall’inizio dell’attività se di durata inferiore, ricavi lordi per un ammontare complessivo annuo non superiore ad euro duecentomila;

c) in ogni caso, non avere, un livello di indebitamento superiore a100.000 Euro.

 

A chi rivolgersi:

Fase 1 – Contattare uno dei Consulenti del Lavoro elencati sul sito www.consulentidellavoro.it, quali professionisti disponibili ad avviare la pratica.

Dotarsi di un piano imprenditoriale, di un’idea sostenibile; verificare il possesso dei requisiti normativi e di tutta la documentazione necessaria: copia carta d’identità e codice fiscale del richiedente, certificazione attribuzione partiva iva, certificato di iscrizione CCIAA o certificato iscrizione ordine professionale, libro unico del lavoro, ultimi tre bilanci.

Fase 2 – Presentazione, a cura del consulente del lavoro, dell’istanza secondo i tempi e le modalità che saranno diramate dal Mise nei prossimi giorni.

Fase 3 – Ricevuta la conferma della prenotazione delle risorse dal Ministero dello sviluppo economico, bisognerà rivolgersi ai soggetti abilitati allo svolgimento dell’attività di microcredito iscritti nell’elenco di cui all’articolo 111 del TUB (banche e nuovi operatori specializzati nel microcredito) per avere liquidata somma concessa.

Fase 4 – Il Consulente del Lavoro avvierà quanto necessario a livello amministrativo per l’inizio dell’attività (nel caso di neo-imprenditori), ovvero seguirà la regolare erogazione del finanziamento e la realizzazione del piano imprenditoriale presentato.

 

Finanziamenti.

I finanziamenti non sono assistiti da garanzie reali e non possono eccedere il limite di euro 25.000 per ciascun beneficiario.

Il limite può essere aumentato di euro 10.000, qualora il contratto di finanziamento preveda l’erogazione frazionata subordinando i versamenti successivi al verificarsi delle seguenti condizioni:

a) il pagamento puntuale di almeno le ultime sei rate pregresse;

 b) lo sviluppo del progetto finanziato, attestato dal raggiungimento di risultati intermedi stabiliti dal contratto e verificati dall’operatore di microcredito.

L’operatore di microcredito può concedere allo stesso soggetto un nuovo finanziamento per un ammontare, che sommato al debito residuo, non superi il limite di 25.000 euro o di 35.000 euro.

Il rimborso dei finanziamenti è regolato sulla base di un piano con rate aventi cadenza al massimo trimestrale. La data di inizio del pagamento delle rate può essere posposta per giustificate ragioni connesse con le caratteristiche del progetto finanziato.

La durata massima del finanziamento non può essere superiore a sette anni, ad eccezione dei finanziamenti concessi per le finalità di cui al punto d) del seguente paragrafo, per i quali la durata e’ coerente con il piano di formazione finanziato e in ogni caso non superiore a dieci anni.

Il finanziamento sarà restituito, alle scadenze previste con applicazione di un tasso massimo pari a quello rilevato per la categoria di operazioni risultante dall’ultima rilevazione trimestrale effettuata ai sensi della legge 7 marzo 1996, n. 108, moltiplicato per un coefficiente pari a 0,8. Attualmente il tasso non può essere superiore al 8,47%. Il tasso è lievemente superiore a quello mediamente concesso dagli Istituti bancari in quanto si tratta di un prestito senza garanzie reali.

 

Finalità dei finanziamenti.

La concessione di finanziamenti è finalizzata, anche alternativamente:

a) all’acquisto di beni, ivi incluse le materie prime necessarie alla produzione di beni o servizi e le merci destinate alla rivendita, o di servizi strumentali all’attività’ svolta, compreso il pagamento dei canoni delle operazioni di leasing e il pagamento delle spese connesse alla sottoscrizione di polizze assicurative (durata massima 7 anni);

b) alla retribuzione di nuovi dipendenti o soci lavoratori (max 7 anni);

c) al pagamento di corsi di formazione volti ad elevare la qualità professionale e le capacità tecniche e gestionali del lavoratore autonomo, dell’imprenditore e dei relativi dipendenti, nonché dei soci (max 7 anni);

d) al pagamento di corsi di formazione anche di natura universitaria o post-universitaria volti ad agevolare l’inserimento nel mercato del lavoro delle persone fisiche beneficiarie del finanziamento (max 10 anni).

 

DIPARTIMENTO SCIENTIFICO della FONDAZIONE STUDI

Viale del Caravaggio 66 00147 Roma (RM)

fondazionestudi@consulentidellavoro.it

fonte: www.consulentidellavoro.it

 

leggi anche: VUOI AVVIARE UN’IMPRESA?

 

 

 

 

START UP HOUSE episodio 2

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CITTADINI INFORMATI: LA SAGA

PROGETTO PILOTA START UP HOUSE

Episodio n. 2

Dove eravamo rimasti ….

Il comune di Ponsacco è stato uno dei soggetti che ha presentato domanda per l’Avviso di manifestazione di interesse Start up house e, per chi ama i numeri, ai sensi del d.d. 4619/14 è stato dichiarato soggetto idoneo per la messa a disposizione “degli spazi ed immobili disponibili attrezzati e infrastrutturali comprensivi di servizi immobiliari di base, di affidamento e tutoraggio“.

“Affidamento e tutoraggio” … ma fornito da chi?

” Si chiederanno i nostri piccoli lettori !”

No, non era … il Comune , ma il Polo tecnologico di Navacchio Spa.

Ebbene si!

Il Comune di Ponsacco ha deciso che il Polo Navacchio Spa è l’unico soggetto idoneo ad attivare attività e servizi in rete di supporto alla creazione di nuova impresa, attraverso l’Incubatore diffuso di Ponsacco.

Allora Ponsacco si trasformerà da cittadina del legno in cittadina dell’IT! (Innovazione e Tecnologia)

Ma No!

Ponsacco affronterà una nuova sfida, quella del settore agroalimentare, nuova, a sentir loro, anche per lo stesso Polo di Navacchio.

Con atto N° 5 del 22/01/2015 il C.C. ha approvato lo schema di Accordo Quadro “per lo sviluppo dell’incubatore Diffuso di Ponsacco” tra il Comune e il Polo Navacchio Spa., come da Allegato A qui riportato.

LasciandoVi alla sua lettura ci e Vi chiediamo:

Ma Voi lo approvereste un accordo senza avere prima deciso quanto VI COSTA?

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Nella prossima puntata:

– Start up 1.2 Start up Impresa giovanile, cosa prevede ?

Questo e altro nella prossima puntata, Vi aspettiamo!

articolo precedente: START UP HOUSE episodio 1

START UP HOUSE episodio 1

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CITTADINI INFORMATI: LA SAGA

PROGETTO PILOTA START UP HOUSE

Episodio n. 1

Il Progetto Start up house, approvato con delibera Giunta Regionale n. 566 del 7/7/2014 , si compone di 3 linee di azione:

– la linea di azione 1.1  “Start up House”

– la linea di azione 1.2 “Start up impresa giovanile”

– la linea di azione 1.3 “Start up microcredito Giovani”

Ebbene, con un “Avviso per la manifestazione di interesse“, la Regione Toscana ha dato il via alla fase 1.1, con l’unico scopo di costruire un elenco di “start up house”, spazi ed immobili pubblici attrezzati immediatamente disponibili e fruibili da parte delle neo-imprese giovanili destinatarie di un successivo apposito bando per il finanziamento – mediante voucher – delle spese di insediamento di cui al punto 4.1.2 del Catalogo dei servizi qualificati di cui al d.d. 5576/2012 e ss.mm.ii.

Anche il nostro Comune ha partecipato all’Avviso Start up House e, per chi ama i numeri, AI SENSI DEL D.D. 4619/2014, in data 30/11/ 2014 , è stato ritenuto soggetto idoneo e promosso nella veste di “Incubatore diffuso di Ponsacco”.

Se vi ho raccontato tanti particolari sull’asteroide B612 e se vi ho rivelato il suo numero, e’ proprio per i grandi che amano le cifre.”

 Ma quali saranno mai i REQUISITI per partecipare al bando?

Una sciucchezuola, infatti il richiedente (il Comune), deve solo dimostrare di possedere o avere nella disponibilità per una durata non inferiore a 5 anni moduli (fondi) nel territorio regionale pronti da mettere a disposizione delle start-up a cui fornire “servizi di supporto mediante spazi attrezzati e infrastrutturali comprensivi di servizi immobiliari di base, di affidamento e tutoraggio”.

Alcuni dei nostri concittadini hanno deciso e/o valutato di mettere nella disponibilità dell’amministrazione comunale un fondo di proprietà ed ecco quello che hanno firmato e/o andranno a firmare:

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Allora ci siamo chiesti:  che cosa potrà mai contenere un “programma di investimenti” promosso dal soggetto proponente X da spingere un proprietario a rinunciare alla disponibilità del proprio bene per ben 5 ANNI?

Questo e altro nella prossima puntata, Vi aspettiamo!

articolo precedente: INCUBIAMO?

articolo successivo: START UP HOUSE episodio 2

INCUBIAMO?

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Le festività appena trascorse sono state allietate dalla notizia, apparsa più volte sulla stampa locale, che Ponsacco ospiterà molto presto dieci nuove imprese grazie ad un progetto di Start Up finanziato dalla Regione Toscana  .
“Come?” “Quando?” si sono chiesti cittadini e commercianti.  Le reazioni sono state molteplici: c’è chi sosteneva che il Corso Matteotti sarebbe stato invaso da ristoranti ed enoteche;  chi credeva   che il termine “Start Up” indicasse l’insediamento di negozi di grandi firme e chi consigliava i dipendenti dei negozi in chiusura, di fare domanda d’assunzione al Politecnico di Navacchio!

In realtà l’unica certezza è che il Comune di Ponsacco è stato ritenuto idoneo a diventare un “incubatore diffuso d’impresa” quindi ad ospitare nuove attività gestite da giovani imprenditori che, a loro volta avranno partecipato ad un altro bando di gara indetto dalla Regione e finalizzato a finanziarne le spese di avviamento.  Se qualcuno dunque aveva pensato di prenotare il pranzo di Pasqua in uno dei ristoranti nel corso, farà meglio a deporre forchetta e coltello…la strada è ancora lunga e tortuosa….

Ma il Polo Tecnologico di Navacchio che ruolo dovrebbe avere? si chiedono in molti. A quanto pare l’ente dovrebbe gestire, selezionare e organizzare le eventuali richieste di insediamento nei locali per i quali l’amministrazione ha ricevuto piena disponibilità da parte dei proprietari per un periodo minimo di 5 anni…E a quali patti? Questa risposta purtroppo non c’è dato conoscerla.
In questi giorni, in occasione del consiglio comunale, siamo stati chiamati ad esprimerci in merito alla sottoscrizione, tra Comune di Ponsacco e Polo Tecnologico di Navacchio,  di un accordo-quadro del quale non c’è stata fornita neanche la cornice.

Questo è il motivo per cui siamo stati costretti a rispondere NO.
No, non sarebbe onesto votare un accordo a scatola chiusa; No, non possiamo approvare un progetto senza sapere quali siano le condizioni economiche e operative ; No, non vogliamo legittimare un contratto senza conoscerne la durata e le modalità di rinnovo.
Quali garanzie abbiamo che nascano effettivamente nuove imprese e che i locali vincolati al progetto Start Up House non rimangano inutilizzati e non disponibili per l’insediamento di attività indipendenti per un periodo di 5 anni?
Quali canali di finanziamento prevede di utilizzare l’Amministrazione per fornire i servizi previsti dall’accordo?

Quanto pesa, in termini economici, la collaborazione con il Polo Tecnologico?

In che modo si pensa di incentivare le nuove imprese affinché rimangano anche dopo la scadenza del contratto?
Il nostro NO non è opposizione indiscriminata al progetto in sé stesso, sarebbe pura follia esprimersi in maniera contraria ad una parte essenziale del nostro programma elettorale, ma è un NO all’avallo di un contratto di cui non conosciamo le clausole. Perciò chiediamo ancora una volta alla nostra Amministrazione trasparenza e condivisione. Nel momento in cui saremo in grado di valutare i reali effetti positivi di tale accordo, saremo pronti ad appoggiare pienamente la Start Up House, perchè preferiamo vedere il nostro centro storico con le serrande aperte piuttosto che dipinte.

Voi lo firmereste?

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